programma Milano 2015-2016

 Programma delle attività del gruppo di Milano 2015-2016

ImageSeppure esistente da diversi anni, il fenomeno dei profughi provenienti dall’esterno della Comunità Europea, dall’Europa dell’Est, dal Nord Africa, dal Medio Oriente, riversandosi nei Pesi del Vecchio Continente ha preso in quest’ultimo anno, in questi ultimissimi mesi un crescendo impressionante e drammatico.

Oltre ai gravi problemi legati al ricevimento e all’accoglienza di questo gran numero di uomini, al loro salvataggio, persino, dai pericoli del naufragio in mare, del taglieggiamento da parte degli scafisti, e dallo sfruttamento feroce da parte di coloro che li spingono in Europa o li fanno fuggire dai loro Paesi d’origine; oltre alle complesse e contraddittorie  problematiche legate al loro inserimento nelle nostre società civili, con tutte le enormi diversità di cultura, civiltà, religione, abitudini e modi di vita che esistono tra le popolazioni europee ospitanti e le masse di persone che giungono da fuori; a prescindere ora dalla ricerca e dalla valutazione dei motivi e delle forze che causano questo fenomeno, vogliamo qui toccare brevemente il tema degli spazi da offrire a questi uomini.

Il mondo occidentale  offre a queste anime (quando hanno superato le prime condizioni di rifugio precario) delle abitazioni e dei luoghi di soggiorno che, secondo i principi architettonici ed edilizi moderni, sono sicuri, confortevoli, puliti e dotati di tutte le caratteristiche di decoro civile; ma, dobbiamo ammetterlo, anche improntate a un concetto di casa che non solo è lontanissimo da quelli che queste persone avevano nelle loro regioni di provenienza, ma anche è incentrato solo su parametri tecnologici e formali  che non lasciano nessuno spazio a una vita animica, spirituale, e talvolta biologica, sana, equilibrata, accogliente. Sono le stesse profonde carenze dell’edilizia moderna e contemporanea che affliggono anche l’esistenza degli abitanti dei nostri Paesi europei; ma per quelli l’impatto è ancor più traumatico e violento. L’architettura moderna ha elaborato un modello di casa, quella funzionale utilitaristica, che storicamente  ha avuto una sua spiegazione e persino una sua temporanea giustificazione, ma che è ostile all’uomo in quanto tale. Il paradigma della casa come “macchina per abitare”, ancora oggi imperante da noi, ma che vogliamo continuare a esportare in ogni regione del globo, poiché viene ritenuto il migliore, è mortifero per l’Europeo e per l’Occidentale, ma ancor più per gli altri abitanti della Terra. Per quelle persone è sicuramente una ulteriore esperienza, tra le altre, di alienazione.

 Con questa premessa vogliamo porre l’attenzione invece sul fatto che un tipo di architettura orientata ai caratteri universalmente umani, a dialogare con la vita biologica, animica, spirituale della persona, in generale, a prescindere dalle specificità delle sue condizioni particolari, e che sappia inoltre adattarsi attraverso i propri processi ideativi, progettuali, creativi, tecnici e tecnologici, a quelle condizioni di origine etnica, regionale, climatica, tecnologica, saprebbe approntare abitazioni e luoghi di soggiorno e di lavoro adeguati a ogni essere umano, a seconda di quelle condizioni e dei loro processi di trasformazione nel tempo. Questa architettura già esiste: è l’architettura organica vivente, che Rudolf Steiner creò a partire dall’immagine vivente dell’Uomo, dal suo rapporto con il Cosmo e le sue forze, dalle esigenze più vere e vive, concrete e profonde dell’essere umano, in ogni sua situazione esistenziale. Lo testimoniano non solo le sue stesse architetture edificate già 100 anni fa sulla collina di Dornach, nel cuore d’Europa, ma anche la diffusione in molti Paesi del mondo, per esempio in Europa Orientale (Ungheria, Russia, Polonia), in Egitto e in Sudafrica, in Giappone (e ora in Cina), in Australia e Nuova Zelanda, in Sud America, dei suoi principi, che sono stati interpretati e applicati da artisti e architetti nei modi più diversificati, a seconda dei caratteri locali, pur mantenendosi fedeli ai propri fondamenti.

 Con queste riflessioni sullo sfondo, che ci possono orientare un poco nelle problematiche dell’attualità, il Gruppo di Milano per l’Architettura Organica Vivente propone un nuovo anno di lavoro, ricerca e studio su vari ambiti dell’impulso organico vivente steineriano, improntato sempre all’approfondimento di temi di fondo (il Primo Goetheanum, la Storia dell’Architettura) e a diverse modalità esperienziali: pittura e disegno a chiaroscuro, modellaggio di forme. Tutti sono cordialmente invitati.

Auguriamo a tutti un buon anno di lavoro.

Scarica il programma dettagliato